ANTEPRIMA FFD: Arrival – Il film per eccellenza per i comunicatori

Raramente ci capita la fortuna di vedere film che ci parlano, che ci toccano profondamente, che comunicano con noi con la nostra lingua dell’anima. E mai avrei immaginato che uno di questi per me potesse essere Arrival, un film di fantascienza da cui mi sarei aspettata la solita trama alla Indipendence Day.

Invece, da traduttrice, linguista, comunicatrice e mamma questo film sembra essere scritto apposta per me e il regista, Denis Villeneuve, ha saputo toccare magistralmente moltissime corde profonde, tenendomi aggrappata alla visione dalla prima all’ultima scena, fino al toccante finale.

Protagonisti del film sono Louise, un’esperta linguista, e Ian, uno scienziato. Louise, in particolare, viene incaricata dal governo americano di cercare di comunicare con gli alieni che sono misteriosamente comparsi nei cieli di 12 nazioni diverse con altrettante navi spaziali, per scoprire quali siano le loro intenzioni. Lo stesso fanno i team di esperti degli altri Paesi e per un po’ le rispettive scoperte vengono condivise fino a quando i cinesi non interpretano un’informazione ricevuta durante uno dei loro incontri in un modo che li spinge a troncare qualsiasi trasmissione. Tutte le nazioni seguono il loro esempio, e gli schermi in cui campeggiano le scritte “DISCONNECTED” sono un’immagine perfetta di cosa significhi non comunicare, essere disconnessi. E poiché, come sappiamo, anche il non comunicare è esso stesso un modo di comunicare (I assioma della comunicazione, “è impossibile non comunicare”), questo “black-out” volontario apre la porta a scenari di incomprensione a livello mondiale e oltre.

Arrival - disconnessi.png

L’unica che con caparbietà e amore prosegue imperterrita nel tentativo di capire la misteriosa lingua degli alieni è Louise, la quale, man mano che proseguono gli incontri, si trova coinvolta in un vortice di immagini oniriche, in un continuo ping pong tra la realtà e déja-vu della sua vita.

Bellissime sono le scene in cui la squadra entra nella misteriosa nave spaziale e comunica con i due alieni eptapodi attraverso un vetro speciale, le visioni di Louise sulla figlia Hannah e… molto altro. Non posso dirvi di più perché il film è ricco di colpi di scena e corro il rischio di spoilerarvelo e di guastarvi la visione.

Credo di poter dire che questo film è appena entrato come minimo di diritto nella top 20 dei film che mi sono piaciuti di più in assoluto. Ottima la regia e splendidi gli attori, Amy Adams, Jeremy Renner, Forest Whitaker, giusto per nominare quelli principali.

Trailer ufficiale italiano:

Trailer

Trailer ufficiale internazionale:

Trailer internazionale

Poiché il film è decisamente drammatico, per stemperare un po’ la tensione e farci tornare il sorriso con un po’ di humour direi che sicuramente il piatto che possiamo abbinarvi è la deliziosa ricetta dei calamari ripieni al forno  (in onore dei nostri amici alieni calamaroni).

Occorrente

Calamari (1 per ogni commensale)

Mollica di pane

1 uovo

Prezzemolo

Capperi e olive

Vino bianco

Parmigiano

Olio, sale e pepe

Procedimento

Lavate e pulite bene i calamari e staccate i tentacoli, che taglierete a pezzetti molto fini e passerete in padella con olio, uno spicchio d’aglio e un bicchiere di vino bianco.

Preparate un battuto fine di prezzemolo, capperi e olive e bagnate la mollica di pane con acqua. quando il vino sarà evaporato, aggiungete il composto in padella e amalgamate bene, salando e pepando a piacere. Mettete il tutto in una ciotola e aggiungete l’uovo e il parmigiano. A questo punto il ripieno è pronto.

Farcite le sacche dei calamari badando a non riempirle del tutto e chiudete in fondo con uno stuzzicadenti.

Ungete una pirofila e adagiate i calamari farciti. Bagnateli con mezzo bicchiere vino bianco e infornateli a 180° per 40 minuti.

calamari-ripieni

Buon appetito e buona visione!

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