Oggi voglio parlarvi di Mary Poppins, film della Walt Disney del 1964. La vicenda si svolge a Londra nel 1906 e vede come protagonista la famiglia Banks. Il capofamiglia, un banchiere tutto d’un pezzo che, dopo le dimissioni improvvise della governante che si occupa dei figli Jane e Michael, decide di occuparsi personalmente dell’assunzione della nuova tata.
L’uomo desidera che la nuova bambinaia sia austera con i bambini e impartisca loro una ferrea educazione. Il signor Banks stila personalmente la lista delle qualità che la futura governante dovrà avere.
Ma non è l’unico ad aver immaginato una “tata ideale”, infatti anche i figli hanno steso una loro personale lista con le caratteristiche della tata.
Ma come risultato, i bambini ottengono solo la distruzione del bigliettino da parte del padre, il quale lo getta nel camino.
È proprio attraverso questo escamotage del camino che arriva la fantastica Mary Poppins. La quale, quando arriva a casa Banks, dice di aver risposto all’annuncio (recuperato grazie ai suoi poteri magici) dei bambini.
La particolarità di Mary Poppins è che, a differenza delle altre governanti, è lei ad esaminare il suo datore di lavoro. Inoltre, una ulteriore differenziazione dal libro al quale Mary Poppins è ispirata, è il fatto che nel romanzo viene ricalcata la classica figura della bambinaia inglese austera e brutta, mentre nel film, è bella e dolce. Del resto, avrebbe potuto essere altrimenti trattandosi di un film della Walt Disney?
Ripensando a questo cult, ricorderete la scena in cui Mary, i bambini e Bert (lo spazzacamino) si trovano a casa dello zio Albert per un tè? Fatto sta che il tè in questione non avrebbero mai potuto prenderlo come tutte le persone normali, cioè intorno a un tavolo…e infatti, l’hanno preso sul soffitto!
All’inizio Mary è un po’ restia nell’accettare l’invito dello zio, ma poi, coinvolta dall’entusiasmo dei bambini e di Bert che ridono a crepapelle a seguito delle barzellette che l’uomo racconta, non può fare altro che volare anche lei sul soffitto e servire il tè ai commensali, i quali erano già a loro volta volati sul soffitto per mettersi intorno al tavolo (ovviamente, volato anch’esso magicamente).
La tavola è “volata” già imbandita e, mentre si posizionava al centro, si sente lo zio dire ai bambini di fare attenzione al pane e al burro. Ma cosa sarebbe il tè inglese (ricordate che siamo a Londra) senza i famigerati biscotti?
Per prepararli in casa, vi occorrono i seguenti ingredienti:
250 gr di farina, 150 ml di latte, 10 gr di zucchero, 5 gr di sale, 4 gr di cremor tartaro, 4 gr di bicarbonato di sodio, 2 uova e 25 gr di burro.
Setacciate insieme la farina con il sale, il bicarbonato e il cremor tartaro. Fate la fontana, sgusciate un uovo nel mezzo, versate 150 ml di latte a filo e il burro fuso, aggiungete lo zucchero e iniziate a impastare. Lavorate fino a ottenere una pasta liscia, morbida e compatta. Stendete con il matterello una sfoglia spessa circa 2 cm.
Con uno stampino di 5 cm di diametro ricavate tanti dischi. Spennellateli con l’uovo rimasto leggermente emulsionato con qualche cucchiaio di latte e cuocete in forno preriscaldato a 180 °C per un quarto d’ora al massimo.
E se invece vi andassero i cookies al cioccolato? Niente paura, ci sono anche quelli!
300 gr di farina 00, 100 gr di cioccolato fondente, 125 di burro (lasciatelo almeno mezz’ora fuori dal frigo così si ammorbidisce, potete anche usare la margarina vegetale al posto del burro che é più morbida; più burro metterete nell’impasto e più verranno soffici i biscotti), 200 gr di zucchero a velo (oppure, se non lo avete, 150 gr di zucchero normale -bianco, oppure metà bianco e metà di canna-. Secondo quanto afferma l’autrice di questa ricetta, quello di canna ha reso la superficie dei biscotti croccanti con un cuore morbido dentro), 2 uova intere belle grandi, 1 pizzico di sale e vanillina (in alternativa potete usare essenza di vaniglia vera, ne bastano poche gocce nell’impasto).
Innanzitutto tritate la cioccolata a pezzettini. Poi, in una ciotola, mettete il panetto di burro intero, aggiungete lo zucchero e un pizzico di sale. Dopodiché, con uno sbattitore automatico, mischiate tutti gli ingredienti finché non assumono l’aspetto di una crema burrosa (se non avete uno sbattitore a portata di mano, fate questo procedimento con una forchetta: schiacciate e mescolate insieme tutti gli ingredienti fino ad ottenere la crema, così come descritta sopra).
A questo punto, aggiungete anche le due uova e mescolate il tutto per circa due minuti.
Ora aggiungete la farina, le scaglie di cioccolato e infine la bustina di lievito. Amalgamate tutto quanto per bene.
Fatto tutto ciò, impastate tutto fino ad ottenere una pasta liscia e morbida.
Prendete una teglia e foderatela con carta da forno. Tagliate dal vostro panetto dei pezzetti di pasta e appiattiteli (potete anche usare degli stampini se li avete, ma considerate che la loro forma originale è rotonda), andando poi ad adagiarli nelle teglia. Infornateli per 45 minuti a 180°.
Alcune varianti delle scaglie di cioccolato possono essere: essenza di arancia o limone, oppure della marmellata.
Tutti gli ingredienti della ricetta quindi resteranno uguali ad eccezione, appunto, delle gocce di cioccolato.
Scegliete una marmellata di pesche o fragole, mettetela in una ciotola e aggiungete delle gocce di acqua fredda e mescolate. L’acqua serve affinché la marmellata resti più acquosa e non si asciughi una volta in forno. Appiattite i biscotti e adagiateli nella teglia. Fate anche leggermente pressione col pollice in modo tale da poter adagiare nella “fossetta” che si crea, la marmellata.
Potete anche impastare con delle scaglie di cocco o delle nocciole, state attenti, in questo caso, a diminuire le dosi della farina, altrimenti il vostro impasto risulterà essere troppo secco.
Per la ricetta -e relativa immagine- degli scones (la prima) ringrazio Oggi cucina; per quella dei cookies -e relativa immagine- ringrazio invece KoalaLondinese. L’immagine in testa all’articolo invece è tratta dalla scena del film che si trova su youtube.
N.B. Non avendoli mai mangiati fatti in casa, ovviamente non conoscevo il tipo di preparazione che occorreva seguire e per questo, mi sono affidata a ricette provenienti dai siti sopra citati.